Non basta provare che il modello sia omologato.
Quelle in seguito a rilevazione tramite autovelox sono tra le multe più frequenti e più contestate ma la buona notizia è che il ricorso contro il verbale per eccesso di velocità può essere fatto per diversi motivi. Uno di questi concerne gli autovelox illegittimi, illegittimità che a sua volta può dipendere da fattori di diverso tipo. Di fronte a questo tipo di opposizioni spetta alla PA dimostrare che il dispositivo sia a norma.

Chiariscono i giudici (sentenza numero 1007/2016), legittimo deve essere lo specifico esemplare di rilevazione della velocità usato e non solo il modello generico. Nel caso di specie quindi il Giudice di Pace di Treviso ha dato ragione al ricorrente e quest’ultimo non ha dovuto pagare la multa per eccesso di velocità. Anche la Suprema Corte ha confermato che doveva essere prodotto in giudizio il certificato di conformità dell’autovelox usato.

Sempre più frequenti i casi in cui polizia e Prefettura perdono i certificati di collaudo e taratura dei tutor: così al conducente multato basta sollevare l’eccezione per vincere l’impugnazione contro la multa.

Ciò emerge da una stima delle ultime sentenze relative ai giudizi di impugnazione delle contravvenzioni per eccesso di velocità pubblicate nell’ultimo anno, giudizi chiusi con l’annullamento della multa per difetto di prova, da parte dell’amministrazione, sull’esecuzione della taratura. In ogni caso, chi voglia togliersi ogni dubbio prima di agire in giudizio può sempre presentare un’istanza di accesso agli atti e verificare prima la sussistenza della documentazione che comprovi la verifica della funzionalità dell’apparecchio negli ultimi 365 giorni.

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